Tirolo: viaggio tra Italia, Austria e Baviera


A cura di Margherita Ferrero


 

Con il termine “Tirolo”, (in tedesco “Tirol”) ci si riferisce ad una zona che, dal punto di vista linguistico-culturale, copre la Baviera meridionale, l’Austria centro-occidentale, fino a giungere alla zona italiana oltre l’Adige. Il nome deriva da Castel Tirolo, il castello che fu la residenza della famiglia dei Conti di Tirolo e che è uno dei principali edifici fortificati dell’Alto Adige.

 

Da un punto di vista politico, a partire dal secolo scorso il Tirolo austriaco è suddiviso principalmente in Tirolo Settentrionale (Innsbruck) e Orientale (Lienz), che corrispondono in pratica all’omonimo stato federale austriaco.

 

Per quanto attiene l’area italiana l'Alto Adige ha capoluogo Bolzano/Bozen, ed è un'area in cui vi è la presenza ufficiale di tre lingue, il tedesco, predominante, l’italiano ed il ladino, parlato da una minoranza. Comunque ai bambini vengono insegnate nelle scuole elementari entrambe le lingue, italiano e tedesco, mentre le scuole superiori sono suddivise a seconda dell’insegnamento impartito per studenti italofoni o germanofoni.

 

Nelle campagne e nei masi la popolazione è prevalentemente di ceppo germanico, circa il 70%: in casa si parla un dialetto bavarese-austriaco e i bambini imparano l’italiano solo a partire dai 6 - 7 anni. Tranne le persone molto anziane in piccoli borghi isolati, la maggior parte della popolazione attiva parla entrambe le lingue, talvolta con curiosi calchi tra una lingua e l’altra.

 

Solo dopo il 1919 il Tirolo Meridionale passò a far parte del Regno d’Italia, e questo fatto spiega l’alta percentuale di toponimi e cognomi germanici di antichissima origine bavarese. Aspetto curioso e molto positivo è la ricezione di canali televisivi della Germania, dell’Austria (ORF) e anche ladini. Mi è capitato di sentire il TG3 in ladino!

 

CITTÀ DEL SUD-TIROLO

 

Evito di parlare delle maggiori e preferisco presentarvi le città più vicine al confine austriaco.

 

Bressanone. Adagiata sulla confluenza di due fiumi, Isarco e Rienza, la città è stata per secoli sede dei principi vescovi, lasciando tracce importanti, anche se al giorno d’oggi è una località di soggiorno e cura, soprattutto per le sue temperature mediterranee che si possono riscontrare nella vegetazione e nei colori dei fiori. Per certi aspetti mi ricorda Innsbruck.

 

Fortezza. In tedesco “Franzensfest”, un chiaro riferimento alla fortezza austro-ungarica della prima metà del secolo XVIII fatta costruire dall'imperatore Francesco II.

 

Chiusa. In tedesco Klausen, dal latino ”clausa”, lungo il corso del fiume Isarco, importante per il Monastero di Sabiona. La prima testimonianza di un vescovo che risiede a Sabiona risale al 550 d.C.; solo nel 901 la sede vescovile di Sabiona viene spostata nella piana di Bressanone.

 

Vipiteno/Sterzing. Il nome “Vipiteno” è un’invenzione del secolo scorso, ricavato dall’accampamento romano “Vipitenum”. Molto belle le sue case variopinte che richiamano alla mente le città austriache.

 

CHI SONO GLI SCHÜTZEN?

 

A tutti sarà capitato di vederli in fotografia, nei loro pittoreschi costumi, di antichissima origine. Derivano dall'antico ordinamento militare tirolese e rappresentano un’associazione di tiro a segno. La loro nascita si fa risalire al cosiddetto Landlibell del 23 giugno 1511. Loro eroe di riferimento è Andreas Hofer che venne giustiziato a opera di un tribunale napoleonico il 20 febbraio 1810 nella Cittadella di Mantova (a Porta Giulia).

 

Anche nel Trentino italiano si trovano compagnie di Schützen, molto noti sono i gruppi di Cortina d’Ampezzo. La tradizione degli Schützen continua in Baviera, Tirolo e Trentino-Alto Adige, allo scopo di conservare la memoria storica e le tradizioni locali e della fede cristiana. Gli Schützen si pongono come punto di riferimento culturale, nello spirito solidale e democratico che unisce le genti mitteleuropee. Recentemente le quattro regioni alpine sono presenti con una rappresentanza comune a Bruxelles nell’ambito della cosiddetta Euregio Tirolese.

 

A maggio ha avuto luogo a Bressanone l’Alpenregionfest con circa 10.000 Schützen provenienti da tutta la regione alpina, Baviera, Austria e Italia. Molto suggestiva la Messa tenuta sulla spaziosa piazza del Duomo di Bressanone, con tanti costumi colorati, cappelli piumati, vessilli, archibugi, robusti cavalli neri.
 

ARCHITETTURA
 

Nel Tirolo, come anche nelle zone dolomitiche, le chiese romaniche furono sostituite da chiese gotiche. Negli ultimi secoli, sulla scia di quanto avvenuto nella Baviera e nell’Austria, esse sono state ulteriormente trasformate in chiese barocche. In Val Venosta, tuttavia, si possono ancora ammirare splendide chiese romaniche. L’architettura civile richiama molto lo stile austriaco-bavarese, sia nei palazzi nobiliari, che nei suggestivi masi.

 

IL MASO CHIUSO

 

La prima documentazione storica del Maso chiuso risale al 1526 come regolamento del Governo del Tirolo. Nel 1770 Maria Teresa d’Austria stabilì per decreto delle precise norme tuttora valide: il Maso chiuso è un insediamento, con allevamento di animali da reddito (mucche da latte e galline) per il sostentamento di un ampio nucleo familiare. Allo scopo di salvaguardare la redditività dell’azienda agricola, alla morte del capofamiglia, l’intera proprietà va al primogenito che dà ai coeredi un corrispettivo in denaro; attualmente il padre ha la facoltà di scegliere il figlio erede.

 

LA CUCINA
 

Termino in bellezza con una nota piacevole: a mio parere è una cucina tra le migliori, piatti semplici, schietti, legati alla storia con ricette antichissime che si ritrovano in tutta l’Euregio Tirolese. Ma nel Sudtirolo c’è stata negli ultimi decenni anche un influsso della cucina italiana, come l’uso dell’olio extravergine per esempio.

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