Rimini-Berlino, andata e ritorno


Diario di viaggio di Francesco Lengua - 2° Parte


 

31 Dicembre

 

Il problema di come festeggiare il Capodanno non ci sfiora minimamente. Attenderemo il nuovo anno sotto la porta di Brandeburgo, in un delirio di folla, alcol e fuori d’artificio. E per l’occasione decidiamo di vedere la porta in pieno giorno.

 

Dopo un assistenza riguardo a metro e biglietti a due connazionali bresciane un po’ disorientate che ci lasciano i loro cellulari per trascorrere capodanno insieme (il nostro Contacts Manager ci regala grandi soddisfazioni!).

 

La porta di Brandeburgo, oltre a evocare i fantasmi della seconda guerra mondiale, ricorda la divisione durante gli anni della Guerra Fredda. Oggi è tuttavia il simbolo della riunificazione tedesca. Proprio sotto la porta, segnalato da un percorso in mattoncini che segnano l’asfalto, il ricordo del passaggio del muro è elemento caratteristico della zona.

 

Ma siamo a est o a ovest?

 

E’ la domanda più frequente tra i turisti che passano davanti alla porta. Orientarsi, qui, diviene più complicato e capiamo dopo qualche tempo che il Reichstag era nella Berlino Ovest mentre la Porta nella Berlino Est. La statua della Quadriga, elemento caratteristico della Porta, negli anni del Muro era rivolta in senso contrario rispetto alla situazione attuale. Una piccola curiosità che ricordano bene i Berlinesi che hanno vissuto gli anni della divisione.

 

Il Reichstag, imponente in tutto il suo carisma storico, è di fronte a noi, immenso e coperto di neve. Il contesto è stupendo, la piazza di fronte è gigantesca e grida le voci del tempo… Per la salita alla cupola di Foster, ennesimo abbinamento futuro e memoria, è necessario impegnarsi in una fila di almeno 2 ore… Siamo già troppo congelati e ci ripromettiamo di tornarci nei prossimi giorni.

 

Campo di concentramento di Sachsenhausen

 

Torniamo al Checkpoint Charlie per ritentare l’ingresso al museo non prima di avere gustato un indimenticabile Kebab nel locale antistante e aver socializzato con il cuoco curdo. Dopo un ora di fila scopriamo che l’attesa prosegue all’interno del museo, inveiamo contro i capitalisti alla cassa e torniamo in albergo. Dobbiamo riposarci per la serata!!!

 

Condividiamo la cena con le due ragazze di Brescia e poi via verso la Porta di Brandeburgo. Ci accompagnano 3 bottiglie di spumante e una di rum… Un fiume umano fluisce verso la stessa meta, la nostra passeggiata è ritmata dai botti che con ritmo tribale scandiscono i minuti che mancano alla fine dell'anno.

 

La mezzanotte trascorre in un delirio di canti (immancabile “Romagna Mia” che coinvolte altre persone!), litri di brulè, abbracci, risate e grida. Il sottoscritto collassa alle 3 in preda ai fumi del rum…

 

1 Gennaio

 

La ripresa è lenta, progressiva, metodica… Diego passa la mattina a sturare il lavandino, io a bere acqua mangiando cracker per annullare gli effetti dell’acidità… l’immagine non è poetica ma rende l’idea della fase di decompressione. La giornata pare infruttuosa, si rivelerà tuttavia altamente produttiva!

 

Usciamo storditi dal sole, verso la svolta per il nostro stomaco… la catena di panini Subway! L’effetto è incredibile, il panino che ci prepara il ragazzetto brufoloso e scazzato è talmente valido che ci carica per tutta la giornata…

 

Viviamo l’esperienza della cupola di Foster al Reichstag, avveniristica esperienza che ci lascia sorpresi e ammutoliti per le impressionanti foto del parlamento dopo i bombardamenti. Peccato per la vista notturna che rende poca giustizia a un panorama sicuramente molto più bello di quanto abbiamo potuto vedere.

 

Percorriamo Unter Den Linden, il viale più elegante di Berlino e vera perla della città. Il viale è sede dell’Ambasciata russa e americana, del Deutsche Guggenheim, dell’Università, di splendidi palazzi e dell’incantevole Opera di Berlino, che si rivelerà un anticipo di quanto vivremo in serata.

 

Qualche foto al suggestivo Berliner Dom illuminato a notte, una passeggiata in Rosenstrasse per omaggiare lo splendido film di Margaret Von Trotta e poi via verso il ristorante scelto per la serata: il PanAsia. Il locale, specializzato in cucina giapponese, ci incuriosisce per i cartoni erotici trasmessi in piccoli televisori innestati nei muri del locale, la clientela è prevalentemente gay… non proprio il nostro target…

 

Torniamo a Oranienburger Strasse per movimentare la serata e questa volta scegliamo di trascorrere un oretta di fronte a quattro birre al Bellini Lounge. La bevuta prosegue tranquilla fino al momento in cui Diego, scomparso per un istante, da il meglio della sua professionalità di Contacts Manager chiedendo informazioni a due ragazze che si riveleranno presto come ballerine professioniste dell’opera di Berlino.

 

La serata trascorre in loro compagnia tra retroscena della vita sul palco fino al gap culturale dell’Italia in ambito teatrale rispetto alle capitali europee. Le ragazze sono incantevoli e ci augurano la buonanotte con un inchino da fine spettacolo… Sono di nuovo le 3. Ormai sappiamo tutto sui taxi berlinesi e sull’opera…

 

2 Gennaio

 

Decidiamo di dedicare la nostra ultima giornata a Berlino ai Musei. Peccato sia lunedì e la maggior parte siano chiusi! 

 

Non ci rimane che una visita al Duomo con relativa salita alla cupola (evitabile) e una passeggiata in Alexanderplatz che ci appare molto più accogliente della prima serata. Puntiamo la torre della televisione, quasi 400 metri di altezza, molto soviet… un’oretta di fila affiancati da un personaggio che ci ha ricordato molto un serial killer in erba e l’ascensore ci porta alla sfera panoramica… visibilità bassa, la foschia rende tutto piuttosto grigio, la struttura molto anni 70 puzza di moquette sudicia, non vediamo l’ora di scendere. Negativo.

 

Ci rifacciamo con un Curry Wurst e 4 birre alla stazione di Alex, Diego e Andrea si cimentano alla guida di trenini per bambini…

 

L’unico museo aperto è “Topografia del Terrore”, viaggio in quello che rimane della sede delle SS nella storia degli orrori del Nazismo. La mostra è molto suggestiva, consente di ascoltare, da alcuni altoparlanti posizionati a fianco delle schede dei Nazisti, le voci dei Gerarchi che si dichiarano innocenti in sede di processo a Norimberga. 

 

Diego decide di trascorrere la nostra ultima notte a Berlino in compagnia di Anna-est e Anna-ovest. La serata, in compagnia solo della prima, scivola via piacevolmente con Danilo che tenta di spiegare ad Anna come preparare alcuni shortini alcolici e riepilogando con innumerevoli statistiche la condizione economica del nostro paese.

 

3 Gennaio

 

Partenza da Berlino, lasciamo con nostalgia la splendida capitale tedesca. Destinazione Sachsenhausen, il campo di concentramento a 30 km da Berlino. L’atmosfera del paese che ospita il campo, Oranienburg, è surreale. L’ingresso al campo si raggiungibile attraverso una stradina in piena zona residenziale. E ci chiediamo con che animo si possa vivere a fianco di un luogo che ha visto uno degli orrori più grandi della storia dell’uomo.

 

Lastre di cemento delimitano l’ingresso, un percorso pedonale ci introduce alla cancellata che reca, in ferro battuto, la tristemente nota scritta “Arbeit macht Frei”. La pianta del campo è curiosamente triangolare, topografia studiata per non lasciare sezioni fuori dalla portata delle torri vedetta. C’è tanta neve, oggi come allora. Circa 100mila prigionieri fra ebrei, omosessuali, zingari e dissidenti morirono su questa terra che oggi urla attraverso il proprio silenzio.

 

Visitare un campo di concentramento è un’esperienza fortemente emotiva. Di strutturale c’è rimasto molto poco ma l’atmosfera è carica e densa di ricordi storici. E’ possibile visitare due baracche, ricostruite sul modello delle originali.

 

Una delle due è stata ricostruita recentemente dopo un incendiato appiccato nel 1992 dai neonazisti. Rimaniamo interdetti, curiosiamo tra le testimonianze raccolte, osserviamo oggetti appartenuti ai prigionieri, leggiamo le vite delle persone che hanno concluso qui, in maniera agghiacciante, la propria esistenza.

 

Il Lagermuseum, ospitato nella costruzione di fronte al sito delle impiccagioni, contiene immagini forti, spietate, coraggiose. Il monumento alla memoria che domina tutto il campo è un pessimo memoriale di propaganda sovietica, lo osserviamo silenziosi in tutta il suo maestoso orgoglio.

 

Norimberga ci attende. Ritroviamo l’ospitalità bavarese con l’idillio della sua birra e delle sue carni in uno splendido locale in pieno centro ricavato in un ex granaio (Barfusser in Königstrasse). Chiudiamo il nostro viaggio con un vassoio contenente tutti i sapori della Baviera e quasi due litri di birra a testa…

 

“E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. 
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.”

 

Film consigliati (da vedere prima di partire)

“Germania anno zero”
“Il cielo sopra Berlino”
“Rosenstrasse”
“GoodBye Lenin”
“Metropolis”

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