Parco Nazionale dell’Altmühltal


Diario di viaggio di Paolo Ferretti - 2° Parte


 

19 AGOSTO

 

Al mattino partenza per la prossima meta del viaggio, Eichstätt. Durante il tragitto però incontro un luogo assai bello, Nassenfels, dove, su un precedente sito romano, nel medioevo fu costruito un castello che con le sue torri appare nel mezzo della campagna (oggi è la sede di una casa vacanze).

 

Dopo qualche km di strada minore si raggiunge la B13 e si giunge in breve nella città di Eichstätt, cittadina francone sulle rive dell’Altmühl, sede di un’antica Università cattolica, distrutta dagli Svedesi nel 1634 durante la guerra dei Trent’Anni e successivamente riedificata in stile Barocco. Subito dopo aver parcheggiato vicino alla stazione sono salito alla chiesa di Santa Walburga facente parte di un convento benedettino del IX sec. che custodisce dietro l’altare maggiore le reliquie della Santa. Sono poi ridisceso verso il Duomo, una costruzione assai composita con presenza di strutture di più stili dal romanico al barocco assai interessante e il Pappenheimer Altar, una dossale in pietra a rilievi del 1489.

 

Annesso al Duomo vi è un chiostro del XV secolo molto ben conservato da cui si accede al Mortuarium, una sala gotica sorretta da varie colonne molto eleganti, nel cui pavimento si trovano mirabili lastre tombali dei canonici locali e sul lato orientale alcune vetrate realizzate nel 1502 da Hans Holbein il Vecchio.

 

Uscito dal Mortuarium mi sono trovato in quella che viene considerata una delle più belle piazze barocche della Germania, la Residenzplatz, progettata dagli architetti italiani G. de Gabrieli e M. Pedretti, sulla quale si affacciano le quattro Curie dei Canonici (1732), la Dompfarrhof (1510) e il fianco della Residenz (1704).

 

Dopo aver sostato nella graziosa Marktplatz con il Rathaus e la fontana di San Willibald (1690) sono rientrato al parcheggio attraversando l’Altmühl sullo Spitalbrücke. Sono poi salito al castello Willibaldsburg dove ha sede il museo del Jura, importante per la grande quantità di fossili provenienti dalle cave locali tra cui spicca per fama quello dello Archeopteryx considerato l’anello di congiunzione tra rettili e uccelli. Accanto vi è il museo di Storia con interessanti reperti dell’epoca celto-romana e medioevale rinvenuti nella valle dell’Altmühl. Dal castello fondato nel 1355 si domina la città, l’Altmühl e il Giura Francone

 

Finita la visita al castello sono ripartito con destinazione le cave di Solnhofen dove è possibile dedicarsi alla ricerca di fossili. La sosta per il pranzo è stata a Dollnstein, altra cittadina lungo il fiume dove non è difficile incontrare turisti meno pigri di me che viaggiano in bicicletta o discendono l’Altmühl in canoa.

 

Anche Dollnstein ha in parte conservata l’antica cerchia di mura e torri di epoca medioevale. All’arrivo a Solnhofen sono andato al locale museo per noleggiare l’occorrente per andare nella cava, dove ho trascorso varie ore spaccando e aprendo lastre di arenaria nella speranza di trovare un fossile. Dopo molti tentativi vani qualche piccolo frammento è apparso tra le lastre e quindi, stanco ma soddisfatto, sono rientrato al museo per riconsegnare il martello e per far identificare ciò che avevo trovato.

 

In serata ho raggiunto Pappenheim dove ho alloggiato nel centro storico in un grazioso albergo dotato di ottima cucina. Prima di cena però avevo visitato la Gallus-Kirche fondata nel IX sec. mentre la torre ed alcune decorazioni sono del 1060, attualmente è all’interno del Cimitero della città.  Quando ho chiesto se la Chiesa fosse di rito Cattolico o Protestante la gente mi ha risposto con grande semplicità “è la Chiesa del Cimitero “ cioè quella di tutti i defunti.

 

20 AGOSTO

 

Alla mattina dopo aver fatto la solita ricchissima colazione sono salito al Burg che sovrasta la città. Ormai rimangono solo alcune parti della fortezza fondata nel XII secolo e sono in parte visitabili. Dalla sommità della torre si ha un bel panorama sulla città e sulla zona circostante, alcuni ambienti invece sono aperti solo per lo svolgimento di cerimonie o convegni.

 

La città sorge su di un sito celtico poi sviluppato dagli Alemanni; la prima notizia storica si ha da un Urkunde, un diploma del 802 d.C. Uno dei membri più conosciuti della famiglia Von Pappenheim è sicuramente il Feldmaresciallo Gottfried Heinrich zu Pappenheim che combatté agli ordini del generale Wallenstein nella guerra dei Trent’ Anni durante la quale si meritò il titolo di Macellaio di Magdeburgo per il saccheggio spietato della città dopo la sua resa.

 

A Pappenheim si svolgono anche ricostruzioni di tornei medioevali in costume molto frequentati dai turisti. Sono sceso dal castello uscendo per la Stadttor ed ho ripreso il viaggio con direzione Weißenburg. Dopo una brevissima sosta a Trauchtlingen sono giunto a Graben un piccolo villaggio dove nel Medioevo il grande imperatore Carlo Magno tentò di unire il Meno al Danubio: di quell’immane sforzo rimane solo un tratto lungo 1,5 km detto Fossa Carolina, visitabile attraverso un sentiero che si sviluppa intorno al breve percorso di questo tentativo antichissimo di rendere l’Europa navigabile.

 

Dopo una breve sosta sono finalmente arrivato a Weißenburg, antica città di fondazione romana: lo testimonia il fatto del ritrovamento di un impianto termale d’epoca romana considerato il maggiore della Germania e i resti del Castrum Biriciana del quale è stata recentemente ricostruita una porta. La città di chiara impronta medioevale è cinta da mura e da 31 torri; in parte il fossato è ancora pieno d’acqua, in parte è prato.

 

Dopo aver lasciato la macchina in un comodo parcheggio gratuito oltre le mura, sono entrato in città attraverso la cinquecentesca Spitaltor, già all’interno delle mura medioevali. Da li si accede alla Marktplatz dove ho pranzato; purtroppo il Rathaus, edificio gotico del 1500, era coperto da strutture per il restauro... comunque la piazza era assai bella.

 

Dopo ho visitato la chiesa gotica di St. Andreas, fondata nel 1327, tra il 1390 e il 1425 vengono invece aggiunti il coro a sala tardogotico e la Michaelskapelle mentre la torre risale al 1459/1520. Di fronte ad essa vi è la Alte Lateinschule, edificio sorto nel 1581, dove fino al 1806 ebbe sede la conosciuta Weißenburger Lateinschule. Da lì sono arrivato al palazzo dove ha sede il museo archeologico nato attorno al tesoro rinvenuto nel 1979 e composto da reperti molto interessanti, statuette oggetti di uso comune in vari materiali ed una splendida maschera da parata assai simile a quelle ospitate nel Museo Archeologico di Straubing, anch’essa posta lungo l’antico Limes Romanum.

 

Accanto al museo archeologico vi è il Reichstadtmuseum ovvero il museo della storia di Weißenburg, città che godeva del privilegio di chiamarsi Città Imperiale e lo testimoniano vari oggetti esposti dal medioevo ai giorni nostri. Dopo essermi soffermato nel parco che si apre sul restante pezzo dell’antico fossato ho ammirato la Ellingertor, risalente al XIV secolo e considerata una delle più belle porte cittadine della Germania; a sinistra appare l’antico stemma della città imperiale (dal 1241) a sinistra quello attuale risalente al 1481.

 

Uscito dalla città mi sono diretto a nord verso Greding, altra cittadina murata, dove ho visitato solamente la Martinskirche, grande basilica romanica fondata nel 12 secolo dal Vescovo Otto. L’interno, semplicissimo, contiene affreschi coevi alla fondazione, il grande affresco di San Cristoforo (5.20 x 2.45) risale al 1370 mentre ad un altare tardogotico del 1480 non più presente appartiene il crocefisso ora sull’altare maggiore.

 

Ho poi fatto una breve passeggiata lungo le mura e sono ripartito alla volta di Berching dove intendevo trascorrere la notte. Berching è anch’essa una cittadina cinta da mura e torri medioevali che sorge lungo il Mein-Donau Kanal, il canale navigabile che unisce i Fiumi Meno e Danubio e che, assieme al Rhein-Mein Kanal o Canale Reno-Meno, permette di unire per via interna l’Oceano Atlantico al Mar Nero e che è quotidianamente percorso da un gran numero di chiatte commerciali trasportanti materiali inerti battenti tutte le bandiere europee, dagli olandesi ai russi.

 

L’Europa, come già un grande uomo del passato aveva intuito (Carlo Magno), passa per questa grande arteria fluviale che la attraversa da Ovest a Est. Lì ho anche incontrato una piacevolissima realtà tedesca, le Privat Braugasthöfe, ovvero delle piccole fabbriche di birra con annesso ristorante e albergo dove ho trovato alloggio per la notte e ottimamente cenato annaffiando il cibo con della ottima birra.

 

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